mercoledì 17 febbraio 2016

Senatrice Monica Cirinnà non getti la spugna




Cara Senatrice Monica Cirinnà
In questi giorni il Parlamento italiano sta dando vita a uno spettacolo ignobile, vergognoso e squallido. Sulle unioni civili la maggioranza del PD si è spaccata, la destra omofoba sta dando il meglio di sé e i grillini voltagabbana stanno dando il colpo di grazia aiutando Giovanradi, Calderoli e compagnia bella ad affossare questo disegno di legge che se approvato riuscirebbe a dare una tutela seppur minima a milioni di persone. Questa mattina, dopo un'ora e mezza di biechi litigi e insulti, viene convocata una riunione dei capigruppo su richiesta del PD perché appare ormai certo che il canguro Marcucci non ha i voti sufficienti per passare. Lei, presa dallo sconforto dichiara, stando alla stampa, che è pronta a ritirarsi dal PD e a togliere il proprio nome dal ddl se questo verrà svuotato a ribasso. Cara Monica voglio dirle personalmente che non deve gettare la spugna e chiederle di non farlo! Sappiamo bene quanto possa essere frustrante e penoso lo spettacolo politico italiano su questioni di diritti civili, umani e di civiltà. Purtroppo le procedure, i conflitti e i giochetti di potere, come ben dimostrato in questi giorni da molti partiti, hanno più importanza della vita e della felicità delle persone. Il suo ddl ha impiegato tre anni per giungere in Parlamento dopo trent'anni di ritardo che ha bloccato l'Italia su questo argomento. So benissimo che probabilmente il suo ddl verrà offeso, umiliato, mortificato e vanificato in gran parte ma voglio chiederle con tutto me stesso di non arrendersi e di tirare avanti senza esitazioni nonostante tutto. Non possiamo permetterci di aspettare altri tre, quattro, cinque, trent'anni per riavere la possibilità che in Parlamento si torni a discutere una legge sui diritti civili. Non abbiamo tempo. La vita e la felicità di milioni di persone, uomini, donne, giovani, anziani e bambini non hanno tempo e non possono soccombere così miseramente. Le stepchild adoption sono sacrosante e vanno fatte a tutti i costi. Provateci in ogni modo, ma se la meschinità dei vostri oppositori non ve lo consentirà, avete ugualmente l'obbligo morale di portare a casa almeno una regolamentazione sulle unioni civili. Certo, sembra che noi tutti siamo qui a chiedere l'elemosina a un parlamento dispettoso, cieco e malvagio, e forse è davvero così. Ma questo è tutto ciò che ci resta, tutto ciò che la politica italiana ci ha lasciato in eredità: mendicare i diritti umani. Le unioni civili, anche senza stepchild, sarebbero tristi e vergognose, ma rappresenterebbero pur sempre un primo passo in avanti e ci consentirebbe di ripartire (perché tanto questo accadrà, che dovremmo ricominciare tutto da capo) non da zero ma almeno da 1. Sappia che la maggior parte del mondo LGTB e anche gran parte di quello eterosessuale è con lei, la sostiene e le è vicino. Raccolga la nostra energia, le nostre paure e aspettative, la nostra rabbia e vada avanti. Lei può farlo. Non si arrenda proprio ora. Noi non ci arrendiamo. E se questo parlamento incivile vorrà negare diritti così importanti contro il pare del mondo intero e della nostra Corte Costituzionale potrà farlo. Ma dovrà passare sopra il nostro cadavere!  "Nessuna paura che mi calpestino, calpestata l'erba diventa un sentiero": sono parole della poetessa Blaga Dimitrova. Ecco, tenga a mente le parole di questa poetessa quando tornerà in aula tra poche ore per decidere cosa fare. Non si arrenda. Diventi un sentiero verso la civiltà! Diventi il nostro sentiero!

Claudio Volpe